top of page
  • universitasfundana

Le mensole lignee del soffitto di Palazzo Caetani (Fondi, LT)


Tra gli ambienti meno conosciuti di Palazzo Caetani a Fondi si ricorda una stanza con una forte testimonianza stilistica costituita da un soffitto ligneo cassettonato un tempo completo di mensole dal carattere particolare.


Alcune di queste mensole furono portate a Roma nel 1925 entrando a far parte delle raccolte del Museo di Roma inaugurato successivamente nel 1930. È possibile che Gelasio Caetani, membro della Società Romana di Storia Patria e nominato, nel 1931, Vicepresidente del Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti, prese la decisione (nel 1934) di lasciare le mensole alla nuova istituzione che aveva il ruolo di raccontare la storia di Roma e dei territori circostanti dal periodo medievale fino all’età contemporanea.


Altri pezzi delle mensole sono custoditi presso il Palazzo Comunale di Ninfa, dove li collocò lo stesso Gelasio Caetani durante i lavori di restauro dell’edificio e che per stile e iconografia ricordavano quelle conservate al Museo di Roma.


Queste mensole arrivarono ai possessori di Palazzo Caetani avendone testimonianza anche dopo il secondo conflitto mondiale. La famiglia abitava in alcuni ambienti dell’antica residenza al piano superiore dell’ala del plesso che affaccia su piazza S. Pietro. Questa parte del palazzo, dagli anni ’30, fu alterata per predisporre dei nuclei abitativi, e i proprietari vollero ricostruire ex novo il tetto salvando, però, le suddette mensole.


Alla domanda cosa rappresentano e qual era il loro uso, possiamo rispondere che sono figure grottesche che venivano collocate sotto i soffitti cassettonati.

Si tratta di figure scolpite a tutto tondo secondo forme fitomorfe, ibride, con sembianze umane e in alcuni casi aniconiche.


Le figure dalle sembianze umane recano una sorta di calzamaglia aderente (calzabraga) ascrivibile al tardo periodo medievale (altre al primo Rinascimento), quindi in linea cronologica XIV-XV secolo (basti pensare alla mensola che reca lo stemma dei Caetani dell’Aquila).

Nel tardo medioevo non era insolito trovare questo tipo di figurazioni in veste di motivi ornamentali come è stato riscontrato nei manoscritti miniati, in pittura, nei soffitti dipinti, in mosaici pavimentali e in alcuni casi anche nei cori lignei.

L’iconografia risalirebbe a partire dal XII secolo riscontrabile nei bestiari medievali del filone della letteratura enciclopedico-didattica, secondo un messaggio moralizzatore e religioso derivante dal Physiologus (un’opera alessandrina risalente al II d.C.). In quest’opera la natura degli animali (ripresa nella traduzione greca della Bibbia) riletta in chiave allegorica espone degli insegnamenti etici e dogmatici.

La simbologia animale venne ripresa nel XIII secolo nei temi dell’amor cortese e da poemi caratterizzati da un accento satirico riguardo alla società del tempo. Ad esempio, si possono citare degli scritti provenienti dalla Francia del Nord, considerata epopea animalesca di quel secolo e come parodia delle chansons de geste e dei citati romanzi cavallereschi e cortesi.

Queste raffigurazioni continuano oltre il Quattrocento, e riguardo alle mensole di Palazzo Caetani gli storici hanno riconosciuto uno stile tardogotico che si andò sviluppando nella seconda metà del 1300 nei principali centri dell’Occidente mediterraneo: Barcellona, Catalogna, Linguadoca, Napoli e Italia meridionale dove sono stati riscontrati resti di soffitti dipinti e decorati secondo questa matrice.


La particolarità delle mensole di Fondi però, è che in analogia con le zone geografiche citate, quelle in esame hanno dei caratteri non riscontrabili altrove connotandole come un unicum nel panorama medievale.


Le mensole di Ninfa sembrano risalire al XV secolo quando la Contea di Fondi si trovava sotto il governo di Onorato II Caetani il quale volle arricchire il palazzo comitale con un diverso programma architettonico. Le mensole protorinascimentali dovevano trovarsi (secondo le testimonianze date dai proprietari dell’edificio) nella “camera dove dormono li pagi” collocata al primo piano e che affaccia su Piazza S. Pietro.


Fonte di riferimento:


-Il Palazzo Caetani di Fondi, Cantiere degli Studi. A cura di Giovanni Pesiri e Pio Francesco Pistilli, Creia, 2013


Immagini delle mensole:










コメント


Post: Archeologia/Urbanistica
bottom of page