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Tondo della Natività di Sandro Botticelli (olio su tavola, Museo dell'Abbazia di Montecassino)


Arte, storia, archeologia, tradizioni, più volte abbiamo menzionato il Lazio meridionale per custodire innumerevoli testimonianze che arricchiscono il nostro patrimonio culturale e certamente l’arte ne è parte fondamentale. Tra le collezioni artistiche si annovera quella custodita presso il Museo dell’Abbazia di Montecassino, scrigno di un’opera non molto nota del pittore fiorentino Sandro Botticelli (1445-1510), un tondo raffigurante la natività.


Fui sorpresa di trovare un’opera di questo pittore presso l’Abbazia benedettina quando mi sono recata in visita nel luglio 2020, ma come si spiega la presenza di quest’opera a Montecassino? Nel 2006 il Dott. Masi di Montecatini mosso dalla devozione della moglie Maria Teresa Croce a San Benedetto, decise di donare a Montecassino il tondo della natività, una tavola che misura un diametro di 84 cm.


Gli storici dell’arte hanno attribuito l’opera a Sandro Botticelli per via di alcuni elementi che rimanderebbero direttamente al pittore, tra questi anche la conferma di Giorgio Vasari in “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti”, in cui si cita che “per la città in diverse case fece tondi di sua mano”.

L’elemento che ha però richiamato l’attenzione degli storici è il volto della Madonna, dal quale si riconosce la musa del pittore Simonetta Vespucci, moglie di Marco Vespucci (nata Cattaneo) che si riscontra nelle opere di Botticelli.

Tra l’altro, riconducibili al pittore fiorentino sono anche la grazia delle linee del disegno e la solennità delle figure ritratte.

Secondo l’iconografia riportata nella tavola, la Madonna è inginocchiata in preghiera di fronte a Gesù Bambino il quale reca un’aureola come anche San Giuseppe, segno distintivo per indicare la santità dei personaggi. L’iconografia di San Giuseppe è poi riconoscibile dai colori degli abiti umili come il giallo che simboleggia l’unione dell’anima a Dio e dal fatto che reca un bastone sul quale, in questo caso, è appoggiato per contemplare il Bambino.


Riguardo alla lettura di parte del paesaggio che fa da sfondo alla scena della Natività, gli storici hanno riconosciuto le rovine dei templi pagani come rimando alla nascita della Chiesa di Cristo. Bisogna però contestualizzare Botticelli in un contesto storico (l’Umanesimo) in cui ci fu una riscoperta della cultura antica sia greca che romana che portò ad un nuovo modo di rappresentazione, rompendo quindi con la tradizione medievale. In questo senso, secondo gli storici, la chiave di lettura di questo tondo è la nascita di Cristo come metafora della rinascita dell’uomo tramite la riscoperta dell’antico interpretato però secondo i canoni cristiani.


Fotografie a cura di: Nastassja di Cicco

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Post: Archeologia/Urbanistica
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