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Pietà, Giovanni da Gaeta, Santuario della Madonna del Cielo (Fondi, LT)


Giovanni da Gaeta è considerato uno degli artisti di maggior spicco operante nella contea dei Caetani durante la seconda metà del Quattrocento, accanto ad artisti come Cristoforo Scacco, Antoniazzo Romano, Riccardo Quartararo.


Nativo di Gaeta la storiografia ne conferma l’attività tra il 1449 e il 1472 nell’Italia meridionale, e fu studiato da Federico Zeri in due articoli pubblicati sulla rivista Paragone (1950 e 1960), storiografia di riferimento ripresa dal Bologna e dalla Navarro.


La tecnica di realizzazione è la tempera su tavola, ed è stata recentemente restaurata; forse proveniente da Gaeta, gli storici sono concordi nel datarla tra il 1470/1480.


La rappresentazione è inquadrata in una cornice trilobata dove viene raffigurata la Vergine Maria dolente mentre scruta il corpo del Figlio, il corpo del quale appare marcato da lividure e dalle ferite provocate dalla crocifissione. Sullo sfondo gli angeli inginocchiati sono partecipi allo stesso dolore della Madonna e, insieme alla croce, appaiono gli strumenti della Passione: le tenaglie, le fruste della flagellazione, i chiodi, il martello, la spugna imbevuta di aceto e la lancia che gli trafisse il costato. Infine, in basso a sinistra è rappresentato l’ignoto committente (donatore) accompagnato da una scritta: Hic est que in cruce pepe / dit pro salute generis hu/mani et me peccatorem/ so preziosissimo san / guine redemit”.


In tutta l’opera emerge la carica sentimentale, trasmessa soprattutto dal volto sofferente di Maria e degli angeli, espressioni proprie di un patetismo accentuato.


[Fonte immagine: h24 notizie]


Riferimenti:

-Catalogo Fondazione Zeri

-Galleria Aurunca

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Post: Archeologia/Urbanistica
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