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Beatrice Ottinelli



Questa nobile napoletana ha un rapporto particolare con la città di Fondi, dato che a lei è stata attribuita la committenza della seicentesca statua lignea della Madonna del Cielo (l’Assunta) per la chiesa di Santa Maria in Piazza ora Santuario della Madonna del Cielo.


Prima di arrivare a parlare di questa committenza è bene spendere qualche parola su chi era Beatrice Ottinelli e come si è ritrovata a Fondi.


Un altro napoletano, Fabio Ottinelli (1520 ca.-1600 ca.) può aiutarci a comprendere il legame di questa famiglia con Fondi. Era un suddito di Isabella Colonna, figlia del conte di Fondi Vespasiano Colonna che in seconde nozze sposò Giulia Gonzaga, e si definiva come Fractensis, originario de Le Fratte (oggi Ausonia) e sappiamo ciò mediante il suo trattato “Ingeniosa et admodum utilis repetitio.”


Di seguito quanto detto:


“Et licet illustrissima Isabella Columna mea Domina, quae inter ceteras alti ingenii mulieres, et virtute praeclaras tanquam hesperus inter stellas effulget, sit etiam Comitissa Fundorum, et Ducissa Traiecti, tamen Principissa Sulmonis appellatur tanquam a digniori dignitate.”


I genitori di Fabio Ottinelli, come intuito dagli storici, probabilmente si spostò a Napoli già alla fine del 1400, dove (forse) con l’aiuto di Elisio Calenzio (umanista, poeta, accademico pontaniano che servì gli aragonesi dal 1464 al 1482) riuscirono ad attuare un’ascesa sociale. Calenzio fu precettore, consigliere, segretario e tesoriere di Federico d’Aragona.

F. Ottinelli a Napoli frequentava l’ambiente letterario e forse anche Beatrice. Gli atti notarili tra il 1610 e il 1616 aiutano meglio la comprensione della venuta a Fondi di questa gentildonna. Si parla di un matrimonio avvenuto con il dottore in “utroque iure” Giovanni Battista Lisio di Fondi, appartenente a una famiglia che ritroviamo qui dalla fine del XIV secolo. Questa stessa famiglia aveva il diritto di patronato sulla cappella (a Santa Maria) nella quale nel 1613 intervenne Beatrice dove già nel 1599 Lisio la completò di un dipinto su tavola che raffigurava la Madonna col Bambino, San Giovanni Battista e altri santi.

Non solo a Santa Maria, ma Beatrice compì opere di bene anche verso altri religiosi di Fondi come quando nel 1599 donò alla chiesa della Madonna del Soccorso sulla Via Appia una tovaglia da altare di seta rossa e gialla su cui si vedevano le lettere B e O, probabilmente sue iniziali.

Molti di questi gesti si erano già visti da parte dei nobili locali negli anni precedenti alla sua venuta; non diversamente da questi, anche Beatrice fece diversi ex-voto donando calici e patene d’argento, paramenti sacri alle volte con elementi in oro, oltre ai lasciti testamentari. Eppure gli storici in questi doni hanno riconosciuto una certa volontà da parte sua di affermare, in un certo senso, la sua dignità evitando di restare nell’ombra del marito. Anche una volta rimasta vedova si identificava con l’appellativo di Neapolitana rimarcando le sue origini.


I canonici della collegiata di Santa Maria onorarono Lisio con un’epigrafe dato che nel 1602 dispose un contributo annuale di 80 ducati per manutenzione e un sussidio di 12 ducati per acquistare cera bianca. Non è escluso che fu lui a donare alla confraternita del SS. Sacramento (presente nella medesima chiesa) il “palio di damasco incarnato […] con le banderole intorno, con l’arme del signor Lisio.”


Tuttavia, ciò che gli studi condotti hanno messo in risalto è che l’analisi della polizza del 1611 sembrerebbe indebolire la tesi della committenza di Beatrice. Dai documenti (diversamente dall’epigrafe che si trova in chiesa), emerge che la statua della Madonna del Cielo fu scolpita “per la città di Fondi”, quindi, in un lessico contabile, significherebbe che il contributo riscosso dallo scultore che si occupò dell’opera (Aniello Stellato) non fu pagato da Beatrice ma dalla Civitas Fundorum, ossia il Comune di Fondi (“Università” di Fondi).


Ciò che si legge di lei nella Chiesa di Santa Maria è quanto segue:


«Beatri[x] Ottin[ella Neap(olitana) // piæ devot]ionis monime(n)tu(m) extare vol//uit ann(o) D(omi)ni M D CXIII»

“Beatrice Ottinelli, napoletana, volle che restasse memoria della sua pia devozione nell’anno del Signore 1613.”


Nell'immagine: Stemma della famiglia Ottinelli scolpito presso la cappella che ospita la statua della Madonna del Cielo


Riferimenti e fonte immagini:


-Beatrice Ottinelli, nobile napoletana, presunta committente della statua “Madonna del Cielo” di Aniello Stellato (1611) per S. Maria di Fondi, Estratto da Vitam inpendere iusto. Studi in onore di Antonio Di Fazio per il suo 80esimo compleanno a cura di Massimiliano Di Fazio e Pier Giacomo Sottoriva, Roma 2020

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Post: Archeologia/Urbanistica
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