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Breve intervento sulla Grotta di Tiberio a Sperlonga


Risalente all’età tardo-repubblicana, la villa dell’imperatore Tiberio era caratterizzata da terrazze rivolte sul mare. Comprendeva la residenza imperiale di tutta la corte, le caserme pretoriane, le scuderie, un impianto termale, alcune piscine dinanzi alla grotta destinate all’itticoltura e la grotta abbellita da sculture che richiamavano le vicissitudini di Odisseo oggi conservate nel Museo Archeologico Nazionale e area archeologica di Sperlonga. La grotta è preceduta da una peschiera al centro della quale era posta la caenatio, ossia la sala da pranzo.


Molte sono le fonti dell’epoca che ci parlano di questo luogo. Tacito (Ann., IV, 59) e Svetonio (Tib., 39,2) riportano un episodio del 26 d.C. in cui si narra che a causa del crollo di alcuni massi l’imperatore rischiò di perdere la vita. Fu Seiano a fargli da scudo e a salvarlo, tuttavia morirono tre servitori. Da quel momento Tiberio lascia la villa di Sperlonga per soggiornare a Nola e Capri. È possibile che la villa di Sperlonga fosse stata ereditata da sua madre Livia originaria dell’Ager Fundanus.

Preziosa è anche la testimonianza di Strabone che nella sua “Geografia” nel 18 d.C. si riferisce a questo luogo chiamandolo Spelunca (v, 233) dove “si aprono enormi grotte che ospitano grandi e bellissime abitazioni”.


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Post: Archeologia/Urbanistica
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