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Chiesa di San Gaetano e il complesso delle Benedettine a Fondi

Tra le ricerche che ho condotto ce ne è una che ha riguardato una parte molto conosciuta del centro storico di Fondi. Si tratta della zona dell’ex convento delle Benedettine oggi ridotto ad una piazzetta circondata dai resti degli spazi che prima lo caratterizzavano. Prima di arrivarci, partendo dal campanile di Santa Maria in Piazza, tra i vicoli si nota un “ponticello” sotto al quale è riportato il toponimo di Via “San Gaetano”. Nel chiedermi del perché del nome di quel vicolo chiesi a uno degli abitanti di quel palazzo la motivazione. Mi fu detto che il vicolo prende il nome da una cappella che era annessa al convento delle benedettine e che era intitolata appunto a San Gaetano. Successivamente gli ambienti circostanti sono stati adibiti ad abitazioni alterando le forme originarie e mi è stato mostrato l’interno di un portone dove ho notato l’alterazione di quello che sembra essere un arco a sesto acuto e anzi, mi fu riferito che quello era proprio l’ingresso di detta chiesa.


Per premurarmi dell’esistenza di questa cappella ho condotto un’indagine catastale e dalla mappa d’impianto del 1880 del centro storico di Fondi nel suddetto angolo del ponticello è effettivamente riportata una croce che sta ad indicare la presenza di un luogo di culto, oltre alla chiesa del monastero. Nell’immagine riportata, nel riquadro rosso è indicata la chiesa di San Gaetano mentre in quello azzurro la chiesa di San Sebastiano detta “delle monache” perché situata all’interno del convento.


Passato il ponticello del vicolo si arriva di fronte a una porticina dove si accedeva a delle scuole elementari non più esistenti. Il complesso quindi aveva dimensioni più ampie rispetto a quelle che riusciamo a percepire oggi, ad esempio continuando per vicolo Via Alessandro Manzoni si arriva all’area parcheggio nella quale si può notare uno spazio chiuso da cancellate che all’interno sulla sommità reca lo stemma dei Caetani dell’Aquila che può risultare utile come indicatore cronologico. Essendo questo stemma utilizzato prima dell’unione alla casata degli Aragona che tramutò il nome in Caetani d’Aragona sul finire degli anni Ottanta del Quattrocento, si suppone che la datazione di una parte del plesso sia avvenuta prima di questa data. Infatti le prime notizie del sito si hanno a partire dal 1140, anno in cui fu eretto il primo nucleo.



L’attuale via San Benedetto che fiancheggia questo spazio chiuso un tempo non era esistente o meglio nell’impianto del 1880 viene indicata come Via della Galleria dato che quella parte di vicolo era parte dell’assetto architettonico che costituiva una galleria da come si evince dall’arco che esiste ancora oggi. Guardando attentamente la mappa Via della Galleria si ripete intorno alla struttura configurandosi come una sorta di corridoio ad arcate che circondava il monastero. Il vicolo che dal campanile di Santa Maria porta alla piazza delle benedettine prendeva il nome di Via Giambattista Migna il quale possedeva il fabbricato nominando erede usufruttuaria sua moglie Plautilla Veneratis nel 1625. Alla morte di quest’ultima invece il plesso passò ai Gesuiti impegnati anche a tenere delle scuole, ma non vollero accettare il legato e la competenza passò ai Frati Spedalieri di San Giovanni di Dio nel 1629. Tutto ciò è stato riscontrato in una iscrizione marmorea che recita:


D.O.M.


IOAN BAMP. MIGNA V.I.D. VITA FVNCTO MDCXXVII OPES ET DOMUM AD AEGROS MEDENDOS IN XENODOCHIVM ERECTAM B. IOAN. DEI FRATIBVS PARENTIS INCLITI MUNIFICENTISSIME ELARGITO HOC PII MONVMENTVM EFFETVS AD FAMAE IMMORTALITATEM SACRO TEMPLO CONSTRUCTO FRATES IIDEM HAEREDES POSVERE


ANNO DOMINI XDCLXIX


L’ordine fu però soppresso dai Francesi nel 1809 con la conseguente abolizione dell’ospedale e l’affidamento della chiesa al comune. Questo fu riaperto nel 1828 dagli stessi frati questa volta però nel convento di San Domenico su concessione del Re di Napoli Francesco I di Borbone.


Il fabbricato di Migna fu affidato in enfiteusi (uno dei diritti di godimento su cose altrui) alla famiglia Sotis ospitando per un periodo il comune in attesa che fosse restaurata la casa municipale ad opera di Giuseppe Amante. Interessante fu la riscoperta di una lapide semicircolare di marmo bianco dove su un rilievo era rappresentata la Vergine col Bambino, San Rocco sulla destra e Santa Lucia sulla sinistra. Dalle ricerche risulta che l’opera fu venduta per 600 Lire. Il semicerchio era accompagnato da iscrizioni:


PLACIDVS PANIMVNDVS FVNDANVS DIVO ROCCHO OX DETAXAT PVERO . O AMISTIS COHAERETIBVS LIBERIS ICOLVMIBVS EREPTVS FVERIT PIVSQVE IRI SEMPER SPERET . ERATO PIOQVE ANIMO EREXIT MDIII


Il complesso monastico si trovava quindi nell’attuale Piazzale delle Benedettine e fu edificato nel XVII secolo i cui tratti architettonici e artistici si riscontrano nella consultazione delle fotografie degli anni ’50 del secolo scorso. La costruzione del primo monastero femminile risale invece al 1589; l’ordine fu successivamente soppresso nell’Ottocento ma le suore che vi si trovavano ottennero il permesso di restare all’interno dell’edificio fino all’estinzione della comunità. Questo avvenne agli inizi del Novecento. La struttura fu poi messa a disposizione per ospitare un asilo, una scuola e un ricovero per le famiglie non abbienti ma nel 1969 una serie di crolli portò all’abbandono degli spazi che furono poi definitivamente eliminati. Ad oggi resta intatto solo il vestibolo di accesso alla chiesa.

Secondo la consultazione di alcune fotografie degli anni ’50 del Novecento la chiesa di San Sebastiano era caratterizzata da elementi artistici e architettonici Seicenteschi, una grata dalla quale le suore di clausura potevano accostarsi per assistere ai riti religiosi; si nota anche un parlatoio dal quale le consacrate ricevevano l’Eucarestia. Non si hanno notizie sugli arredi della chiesa di San Gaetano.











Si ringrazia il Geom. Paolo di Cicco per aver segnalato la mappa d'impianto


Alcune immagini dell'odierno assetto e fotografie degli anni '50:


Attuale assetto


Cortile delle Benedettine foto degli anni '50



Campanile della chiesa di San Sebastiano





















Via San Gaetano, in fondo il "ponticello"




















Interno del portone che mi è stato gentilmente concesso di fotografare (28/01/2021)






Bibliografia e sitografia


-Storia di Fondi cenni dei paesi formanti il suo ex stato e delle città limitrofe Elena, Gaeta, Formia e Terracina; Giovanni Conte-Colino (1901)

-Memorie storiche e statutarie del ducato, della contea e dell’episcopato di fondi in Campania dalle origini fino a’ tempi più recenti; Bruto Amante e Romolo Bianchi (1903)


Fonti iconografiche


-Mappa di impianto di Fondi, catasto 1880


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Post: Archeologia/Urbanistica
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