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Enea e la questione delle origini di Gaeta


Quella di Enea è una figura molto discussa riguardo alle origini della città di Gaeta.

Proprio la città secondo la leggenda prenderebbe il nome da una vicenda che ha visto Enea protagonista.

Arrivò sulle coste laziali a seguito della fuga da Troia, causata da un sogno che ebbe, secondo il quale Ettore gli predisse la caduta della città e l’arrivo in terra italica. Enea comunque tentò di combattere, ma capì che, come già annunciato nel sogno, la caduta era inevitabile. Con sé portò suo padre Anchise e il figlio Ascanio.

L’eroe troiano sbarcò sulle rive del Tevere, ma passò per il Circeo. Nelle vicinanze morì Caieta, la sua nutrice e lì sepolta avrebbe dato il nome all’attuale città per ricordarla.

Di questo episodio ne parla abbondantemente Ovidio ne “Le Metamorfosi” (XIV, 441-445), del quale riporto un breve estratto:


“Questo ci aveva detto Macarèo. La nutrice di Enea, sepolta ormai in un’urna di marmo, aveva un tumulo con un breve epitaffio: IN QUESTO LUOGO RIPOSO IO, CAIETA. PRESERVATEMI DALL’INCENDIO DEI GRECI, IL MIO FIGLIOCCIO MI HA QUI CREMATO COL DOVUTO ROGO.”


Altri autori sembrerebbero essere concordi con questa versione della storia; ma recentemente gli storici sono arrivati ad un’altra conclusione che spiegherebbe il nome di Gaeta, abbandonando così l’idea dell’intervento di Enea.


Ciò che ha dato “solidità” a questa interpretazione (che è la più raccontata) è la tradizione virgiliana; in ogni caso gli autori che ne parlano non citano Gaeta prima del V secolo a.C. All’inizio non si trattava di una città, ma di un porto dipendente dalla vicina Formia e che col tempo, per l’importanza dello stesso porto (e per la successiva distruzione di Formia), divenne una cittadina. Si chiamò Cajeta o Cajatta (come a volte si trova scritto), nome che si riferisce alle caverne situate lungo la spiaggia. A questo punto gli storici sembrerebbero smentire quanto riportato dalla tradizione virgiliana, racconto che trova le sue radici nell’Eneide (VII).


Secondo il geografo Strabone il nome Cajatta significa cavità, cioè la rada, il ricovero che i primi naviganti greci vi trovarono. Questo termine indicava il golfo secondo il gergo dei Lacedemoni.


Altri hanno provato a spiegare la nascita di quel nome: Silio Italico afferma che Gaeta fu un nome imposto a quel tratto di litorale italico dai Lestrigoni; oppure Diodoro Siculo discorre sulla questione riguardo agli Argonauti che chiamarono il golfo Aeta. Ultima interpretazione deriverebbe dal termine cajatone (uccisione), per qualche eccidio avvenuto sulle coste.

Diverse sono state le ipotesi linguistiche, ma da qui deriverebbe anche il mito della nutrice di Enea, dovuta a una voce greca che significa montagna spaccata (Rivetta).


Riferimenti:


-Virgilio, Eneide, VI/VII,2

-Ovidio, Metamorfosi, XIV, 441-444

-Strabone, Libro V, 233

-Diodoro Siculo, Libro IV, 56

-Cicerone, De leg. Man. XII

-Silio Italico, VIII, 529

-Cassiodoro: Chron.

-Marziale V, 1;5; X, 30;8

-Fondi in Campania, B. Amante & R. Bianchi, 1903

-Rassegna storica dei comuni, periodico di studi e di ricerche locali, luglio-agosto 1972

-Gaeta, memoria e futuro, Giuseppe Napolitano, 2008


Locandina: Blog

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Post: Archeologia/Urbanistica
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