Porta Vescovo (Fondi, LT). Memorie della diocesi
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I toponimi non sono mai casuali, anzi spesso sono dei chiari indicatori di caratteristiche che hanno delineato l’identità dei luoghi.
Porta Vescovo a Fondi suggerisce quale fu il suo ruolo storico. Si trova sul lato sud-ovest delle mura della città a ridosso di quello che un tempo doveva essere il palazzo episcopale, da cui prese il suo nome. Oggi quella parte delle mura in P.zza Porta Vescovo è sede della ProLoco Fondi APS.
Un tempo il palazzo episcopale era annesso alla cattedrale della città, San Pietro Apostolo (oggi duomo).
Sebbene oggi Fondi rientri dell’Arcidiocesi di Gaeta, fino al 1818 ebbe una diocesi propria. Dai documenti storici viene anzi fatto intendere che quella fondana fosse una delle diocesi più antiche, tra le prime fondate.
Secondo quanto riportato nel Liber Pontificalis il primo vescovo di Fondi sarebbe stato nominato dal presule romano Antero mentre il Lanzoni individuò la costituzione della diocesi di Fondi nel IV secolo insieme a quelle di Formia, Albano e Volturno per citarne alcune.
Fin dai tempi antichi i vescovi fondani furono sempre soggetti direttamente alla Chiesa romana: Fundanus episcopatus ian priscis temporibus proprios episcopos habuit, qui semper Romanae Ecclesiae nullo mediante subiecti fuerunt.
Tra le fonti più preziose rientra una lettera a Sulpicio indirizzata da Paolino di Nola in cui si fa riferimento al fatto che già intorno alla metà del IV secolo «la città era sede vescovile nell’anno 487» e che «un vescovo di nome Vitale sottoscrisse gli atti del concilio svoltosi in quell’anno.
Notizie certe dell’operato della diocesi di Fondi sono state trasmesse dall’epoca tridentina in cui il vescovo Fausto Caffarelli (1555-1566) volle restaurare la diocesi di Fondi; infatti il suo nome è incluso anche nell’elenco dei Padri che sottoscrissero il Concilio.
La diocesi di Fondi era composta da: Monticelli (l’odierna Monte San Biagio), Lenola, Pastena, Campodimele, Vallecorsa, Ambrifi e Acquaviva.
Tuttavia, la collocazione geografica fu proprio uno dei punti deboli di questa diocesi poiché trovandosi tra quelle di Gaeta e di Terracina, in occasione dell’attuazione del concordato di Terracina del 1818 tra papa Pio VII e Ferdinando I di Borbone, si decise di sopprimere cinquanta diocesi con la bolla De Utiliori. Il motivo fu che le diocesi del Regno delle Due Sicilie erano troppo numerose. Per questa ragione la diocesi di Fondi fu soppressa annettendo le succitate cittadine all’arcidiocesi di Gaeta.
Il palazzo episcopale non è più visibile ma è ancora possibile individuare qualche traccia. In Via Camillo Benso Conte di Cavour alle spalle del Supercinema Castello è presente uno degli ingressi del palazzo del vescovo oggi murato.
Alla sommità è posto uno stemma, riconducibile al vescovo Onofrio de Rossi nominato prelato il 26 settembre 1757 del quale purtroppo non sono note molte informazioni.
Riferimenti bibliografici:
-Macaro C., La Diocesi di Fondi. Dal periodo post-tridentino alla soppressione (1818), Fondi, 2004
-di Cicco N., Il duomo di San Pietro Apostolo a Fondi (LT). Ricerche storico-artistiche, Fondi, maggio 2024, academia.edu
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