Nacque a Modena negli ultimi anni del 1400, della sua biografia abbiamo notizie dalla Biblioteca modenese di Girolamo Tiraboschi, unica fonte affidabile per ricostruire le vicende, insieme alle lettere dell’epoca e all’opera “Rime”.
Della sua carriera letteraria possiamo dire che il percorso di studi fu analogo a quello del concittadino Francesco Maria Molza con il quale strinse una forte amicizia, la nascita della quale viene datata da alcuni storici tra il 1512 e il 1516, in occasione del soggiorno (del Molza) a Modena presso la moglie Masina Sartori. Il concittadino Iacopo Sadoleto, poi, fu il garante per Molza presso la corte di Papa Leone X, fatto che ha portato gli storici a pensare anche ad una raccomandazione per Porrino in veste di intendente di lettere e che conoscerà il futuro pontefice, Clemente VII. Nel 1531, come si evince da un’epistola, Porrino era già al servizio del Cardinale Ippolito de’ Medici, nipote di quest'ultimo Papa.
A Roma Porrino fu amato per le sue doti letterarie ed intellettuali, e per il carattere affabile divenendo uno dei maggiori protagonisti della vita culturale. Su commissione di Ippolito, amico stretto della Contessa di Fondi Giulia Gonzaga, Porrino scrisse dei testi poetici lodando Giulia; l’opera più famosa sono però le “Stanze” sul ritratto della stessa eseguito da Sebastiano del Piombo. Gandolfo fu quindi attivo anche nella corte di Fondi, come attestano due lettere che inviò il Molza (Barbieri, 2014, nn. 58-59) nelle quali emerge la carica di segretario di Porrino al fianco di Giulia. Un anno dopo l’attacco del Barbarossa, nel 1535 la morte del cardinale cambiò le loro prospettive. Giulia si ritirò a Napoli e Porrino la seguì, affiancandola nelle frequentazioni del circolo valdesiano, mantenendo comunque una propria autonomia di giudizio. Congedato dalla Gonzaga a settembre lo ritroviamo a Roma come segretario del cardinale Alessandro Farnese, servito anche da Molza.
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