top of page
  • universitasfundana

Il Castello di Acquaviva, Fondi e i cippi di confine

Sorgeva sui Monti Ausoni che oggi sono testimonianza di quello che era un borgo arroccato tra Fondi e Vallecorsa. Dai ruderi riusciamo ancora a scorgere i bastioni, la cinta muraria, le cisterne d’acqua e ciò che era funzionale alla vita agricola della popolazione che vi abitava come alcune mole in pietra.



Per raggiungere il castello si può percorre un sentiero del parco segnato (ma privo di numero), che parte da Quercia del Monaco e costeggia Cima del Monte sul versante est; aggirandolo si arriva a destinazione in circa un'ora e un quarto. Prima di arrivare al castello si incontrerà un'area di sosta con un cippo di confine, da lì è facile individuare i ruderi e raggiungerli.


Chiamata anche Vallecorsa vecchia, gli abitanti di questo luogo abbandonarono il borgo per recarsi all’attuale Vallecorsa, forse in seguito ad un’incursione dei Saraceni o alla perdita dell’influenza del castello. Dai documenti risulta che nel 1469 Acquaviva passò sotto il dominio dei Caetani d’Aragona, Conti di Fondi, per poi entrare nei possessi della casata dei Colonna.





È difficile avanzare una teoria sulla storia di questo borgo, gli studiosi credono che la sua costruzione sia iniziata attorno all’anno 1000 dato che il duca di Fondi Littfredo lo menziona facendone dono, nel 1073, all’abbazia benedettina di Montecassino. Successivamente sembra ricomparire nell’inventario dei Caetani tra il 1491 e il 1493.




Camminando nelle vicinanze, o meglio, prima di arrivare al castello di Acquaviva si incontrerà un cippo di confine più comunemente delineato con il nome di "Cippo Borbonico".

Questo cippo un tempo indicava il confine tra Stato della Chiesa e Regno di Napoli. Osservandolo sono ancora visibili i corrispettivi simboli: "Le chiavi di San Pietro" e il "Giglio dei Borboni". Se ne incontrano diversi sul sentiero del Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e lago di Fondi, arrivando fino ai ruderi di Acquaviva tra Fondi, Lenola e Vallecorsa.



Come nacquero questi cippi? Il 26 settembre 1840 a Roma, il Regno borbonico e lo Stato Pontificio firmarono il Trattato di Confinazione per risolvere la questione della frontiera tra le due parti. Questo accordo riguardava il di 686 cippi alti circa un metro.



Sui cippi si poteva vedere lo stemma delle due parti ed il numero progressivo. Il primo di questi venne posto alla foce del fiume Canneto, tra Fondi e Terracina, l'ultimo alla foce del fiume Tronto tra le Marche e l'Abruzzo.

Per garantire l'attività di vigilanza di questi cippi, le guardie di frontiera si assicuravano che non venissero spostati. A seguito dell'Unità d'Italia molti di questi cippi hanno subito danni o sono andati perduti.




[Immagini del blog]

Post correlati

Mostra tutti

Comments


Post: Archeologia/Urbanistica
bottom of page