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Monumento Naturale Mola della corte-Settecanelle-Capodacqua


L'area protetta si estende per circa 4 ettari con presenza di un bosco igrofilo caratterizzato da una vegetazione acquatica sia natante che sommersa. Istituito con D.P.G.R. il 21 giugno 2001 n.344, il contesto riassume il tipo di vegetazione tipica degli ambienti umidi. Infatti, l’abbondante presenza di acqua ha fatto sì che numerose specie animali trovassero un particolare habitat dove potersi recare; di solito sono istrici, ricci, aironi cenerini, falchi di palude, rane e libellule.


La presenza stessa del mulino conferma il prezioso contributo dell’acqua nella zona, dove

oltre alla fauna, anche l’uomo trova un ambiente funzionale alle sue attività quotidiane. Proprio lungo il canale che porta al mulino crescono il Carex Pseudocyperus e la rara Ludwigia Palustris.

Nel laghetto, poi, si sono creati degli isolotti con piccoli boschi di Ontano Nero e Frassino meridionale.



Caratterizzato da un bosco igrofilo con vegetazione acquatica natante e sommersa, il sito è un chiaro esempio di vegetazione degli ambienti umidi in cui alcune specie trovano rifugio.

Proprio gli specchi d’acqua richiamano diverse specie di insetti, tra questi le molteplici libellule. In generale in ambienti industrializzati le libellule soffrono l’inquinamento delle acque e alcune sono addirittura in via di estinzione, inserite negli elenchi della Convenzione di Berna e della Direttiva Habitat 92/43/CEE anno 1992. Tra queste la Coenagrion mercuriale è presente nel Monumento Naturale della Mola della Corte-Settecannelle-Capodacqua principalmente nel periodo maggio-agosto.


Altre due specie che si possono incontrare sono la Ischnura elegans, tra le più comuni sul territorio italiano anche presso acque salmastre, e vola dall’inizio di aprile alla fine di ottobre; la Libellula fulva, invece, vive sulle rive dei fiumi a corrente moderata e vicino ai larghi, nei mesi che vanno da aprile ad agosto.


Tra le iniziative proposte per la salvaguardia di questa specie la conservazione delle zone umide naturali e il monitoraggio dell’inquinamento ambientale sembrerebbero essere al primo posto. Infine, il sito ha aderito a un’iniziativa divulgativa (DragonsFly Days), a livello internazionale istituita nel 2015 dal Centro Studi invertebrati della Società Italiana Scienze naturali, finalizzata allo studio e alla conservazione delle libellule, con l’obiettivo di sensibilizzare ed educare la popolazione alla conservazione di questo habitat.


[Immagini del blog]


Riferimenti: Carta dei sentieri del Parco Naturale dei Monti Aurunci, 2013; infografiche


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Post: Archeologia/Urbanistica
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