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Storia delle religioni a Fondi

Quello di Fondi, come del resto nei dintorni, è un luogo nel quale è possibile tracciare una certa cronologia dei culti e delle religioni che hanno caratterizzato le credenze nel tempo.

Sono note le diverse culture e popolazioni che hanno abitato queste zone, dai locali Ausoni e Aurunci, ai Greci, ai Romani fino ad arrivare all’avvento del cristianesimo che certo ha causato un ribaltamento delle credenze e dei costumi.



Il mito più caro alla città di Fondi è senz’altro quello di Ercole fondano (o Eracle), al quale va il merito di aver fondato la cittadina a seguito di una lotta contro il gigante Caco che cadendo nello scontro avrebbe lasciato un’orma sulla quale nacque la città.

Ad Ercole furono dedicati diversi onori come l’erezione del tempio al centro della città presso la “Posta-Vecchia”, a testimonianza del quale fu trovata un’epigrafe nel medesimo luogo che recita: “HAERCULI INVICTO SACR FUNDAN L. GAVIVS . L. F. LEVA C . VALERIUS . FELIX . PTR . PER. SUA . P.”


Viene poi il caso del culto al dio Giove, padre di Ercole e degli dèi. A testimonianza dell’esistenza di questo culto sembrerebbe esserci la colonna del tempio di Giove, struttura inglobata in quello che oggi è il duomo di San Pietro. La suddetta colonna è visibile sul fianco destro della chiesa, all’inizio intitolata alla Vergine Madre di Dio. Di questo tempio ne parla anche Livio ne libro XI Cap. XXVI “Iovis aedem Pisani et Fundis et Pollentiae, etiamo aquam adducendam.”


Particolare è invece la presenza del tempio di Iside, una dea egizia. Come si spiega questo culto nella città di Fondi? Pare che la venerazione per Iside fosse presente in Italia già nel II secolo a.C. tra i tanti culti che la Repubblica di Roma aveva ammesso. Troviamo templi, statue e altari dedicati anche sul Campidoglio risalenti al I secolo a.C. Tuttavia il fatto che questo culto sfuggisse al controllo delle autorità romane divenne una minaccia e tra il 40 e il 50 a.C. con la crisi della Repubblica il senato fu costretto a distruggere i templi. Un’altra situazione che promosse astio verso questo culto fu proprio la questione venutasi a creare con la regina d’Egitto Cleopatra VII contro la quale combatté Ottaviano, il quale bandì la pratica di questa venerazione all’interno del pomerium (confine sacro di Roma). Altri casi si registrarono con l’imperatore Tiberio, il quale proibì i culti egizi procedendo a distruggere i templi. Nel 19 d.C. infatti distrusse il tempio di Iside e comandò di gettare la statua nel Tevere, ma non si fermò e prese drastiche decisioni anche verso i sacerdoti che vennero condannati alla crocifissione.

Il culto di Iside sembra essersi sviluppato principalmente nella parte meridionale d’Italia (Pompei, Benevento, Pozzuoli, Ercolano, Sicilia), e non è esclusa la città di Fondi, ma notizie archeologiche e storiche su questo tempio del quale rimane solo un muro perimetrale presso Monte Vago, sono scarse.


Sulla Via Appia si incontrano i resti del Tempio di Apollo, in direzione sud, nei pressi del fortino di Sant’Andrea. San Gregorio Magno nei “Dialoghi”, al capitolo VII del III libro riporta la storia di un viandante israelita che non sapendo dove riposare si riparò presso questo tempio, nel quale, durante la notte, ebbe la visione di alcuni spiriti maligni che si vantavano del numero di tentazioni attuate. Tra queste uno dei due demoni riuscì a trascinare il Vescovo di Fondi Andrea, che guardava con interesse la pia donna che stava con lui nell’Episcopio. Il viandante preoccupato da ciò che aveva visto si recò in città e raccontò il tutto al vescovo, il quale riconoscendo la sua “debolezza” nella tentazione che ebbe, mandò via la donna e battezzò l’israelita dopo averlo istruito sugli insegnamenti del credo cristiano.

A questo punto il viandante convertì il tempio di Apollo in quello di Sant’Andrea, del quale non resta nulla, se non il nome che ne ha preso la zona in cui si trova.


Altri culti sono quello di Serapide, Mercurio, le Muse, le Ninfe e le Sirene.

Serapide e Mercurio sono in analogia con i culti di Ercole e Giove, quindi è possibile che i templi siano gli stessi; mentre diverso è il caso delle Ninfe e delle Sirene.

Pratilli racconta di alcune rovine presso l’Appia, che ha ricondotto ad essere il tempio delle Ninfe dato che si trova presso il lago, verso l’epitaffio. Quello delle Sirene è stato individuato da Sotis, Pratilli e Notarianni presso l’area di San Bonifacio. Tuttavia c’è bisogno di ulteriori ricerche archeologiche per accertare tali supposizioni.


Terminata l’analisi dei culti pagani, questi furono sostituiti dalla nuova fede con l’avvento del cristianesimo. Dall’oriente, grazie all’evangelizzazione, il Vangelo di Cristo ebbe ampia diffusione, arrivando ad eliminare le credenze verso gli dèi pagani. Non è raro, anzi è un caso frequente, trovare una chiesa che sia stata eretta su quello che un tempo fu un tempio pagano. Fondi non è esente da questi casi, e come accennavo già da prima, proprio la chiesa di San Pietro sorge su quello che fu il tempio di Giove, quasi a simboleggiare una vittoria del cristianesimo sulle credenze pagane.


All'inizio dedicato alla Vergine Madre di Dio, il duomo di San Pietro sembra essere quella testimonianza della predicazione dell’Apostolo nelle vicinanze. Si è detto che alcune genti sentendo la predicazione di Pietro si convertirono alla fede cristiana e certo si sa che egli si recò fino a Roma, percorrendo la via Appia.


Tuttavia ancora si discutono le date di tali avvenimenti; c’è chi riconduce l’episodio durante il governo di Claudio e chi durante quello di Nerone. Per dar ragione a questa tesi, bisognerebbe individuare il percorso che Pietro fece per raggiungere Roma e, se possibile, trovare coincidenze col passaggio per il nostro territorio.

Alcuni hanno ipotizzato che da Napoli per mare sarebbe giunto a Livorno, passando per Pisa e scendendo per Roma rendendo quindi nulla la testimonianza del suo passaggio per l’Appia di Fondi. Qualcun altro sostiene che percorse la strada Latina attraversando Atina-Ceprano, mentre la terza ipotesi prevede che il passaggio sia avvenuto proprio per l’Appia, passando inevitabilmente per Fondi e Terracina. Dai sostenitori di questa teoria scaturisce l’intuizione che San Pietro avrebbe qui eretto una sede vescovile, a ragione di ciò si riporta un estratto dell’Ughellio (Italia Sacra Tom.I de Episcopis Fundanis):


“In primis civitatibus fuisse Fundos, quae lucem Evangelii antiquitus habuit; e creder si deve, che in tempo degli apostoli fusse stata decorata in Sede Vescovile, poiché sappiamo di certo che S. Pietro da Napoli si fusse incamminato per la via Appia verso Roma, rilevandosi, perché in Capua, ed in Terracina creati avesse i loro vescovi, ed alla seconda era confinante, e confina Fondi, la quale è stata una delle nobili, e popolate città, ed in tal tempo conservava il suo antico splendore; né rovine sofferte aveva; ed in prova di quanto si è scritto narra Gregorio VII: Antistites Christianos in primitiva Ecclesia in urbibus, in quibus erant nobiles magistratus Gentilium fuisse institutos (Lib. VII op. XXXV)”.


Un’ultima precisazione su questa questione, essendo l’Appia una strada di fondamentale importanza, qualsiasi “novità” anche in campo religioso o di culto, viaggiava (se così possiamo dire) sulla stessa arrivando in tutti i luoghi che percorreva e Fondi non è un’eccezione. Il che significa che alla nascita della dottrina cristiana, questa strada avrebbe contribuito a portare il Vangelo tra le genti. È anche vero che dei primi tempi molte notizie sono andate perse e quindi costruire un quadro stabile e sostenere tesi può essere complicato. Tuttavia alcuni elementi aiutano il ragionamento, e, a tal proposito alcuni studiosi sostengono che la Cattedrale Vescovile di Fondi fosse stata eretta nel 110 quando il Santo Evaristo divise i titoli in Roma assegnando i confini alle diocesi; invece altri attribuiscono ciò a San Sotero Papa.


Riguardo a San Paolo, il suo passaggio è certo, perché una volta arrivato a Pozzuoli per arrivare a Roma certo percorse l’Appia. Pare che durante questo tragitto Paolo continuasse a predicare, e una testimonianza del suo passaggio è conservata presso le Tre Taverne. Negli atti degli apostoli leggiamo infatti un percorso chiaro:


“Dopo tre mesi salpammo su una nave di Alessandria che aveva svernato nell’isola, recante l’insegna dei Dioscuri. Approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni e di qui, costeggiando, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò lo scirocco e così l’indomani arrivammo a Pozzuoli. Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con loro una settimana. Partimmo quindi alla volta di Roma. I fratelli di là, avendo avuto notizie di noi, ci vennero incontro fino al Foro di Appio e alle Tre Taverne.”

[Atti degli Apostoli, 28:11-15]


Le Tre Taverne erano un posto di alloggio per i viaggiatori e si trovano a circa 50 km da Roma, a un’altezza alla quale si riuniva da ovest un tratto di strada in direzione di Anzio, mentre da est se ne congiungeva una collegata a Norba.


Per concludere, il vescovo di Terracina Epafrodito ebbe il merito di aver aiutato la diffusione del credo cristiano nel “nuovo Lazio”. Fu eletto nel 46 d.C. come afferma il Baronio (Annales ecclesiastici, an. 46); oppure nel 56 come riportato dal Ciaconio (Vitae et res gestae pontificum romanorum). Di Epafrodito sappiamo che fu uno schiavo greco, primo vescovo di Terracina e uno dei settantadue discepoli ordinato dall’apostolo Pietro, secondo altre fonti, nel 50 d.C.



Approfondimenti:


-Fondi in Campania, B. Amante & R. Bianchi, 1903

-Storia di Fondi, Giovanni C. Colino, 1901

-Romano Impero. com

-Bibbia di Gerusalemme

-Monastero San Cesario


[Foto del blog]

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