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Urbanistica del centro storico di Terracina


Quello di Terracina è un centro di notevole interesse per via delle fasi storiche che ha attraversato, dalla fase romana fino ad oggi e che meriterebbe una trattazione per ogni periodo. Oggi ci limitiamo a proporre un quadro generale.


Nella fase romano-imperiale il centro riconosce il passaggio da una economia agricola ad una economia commerciale; la città diventa uno dei maggiori centri di scambio della penisola e, per far fronte alle nuove esigenze è richiesto un adattamento della città alle funzioni che dovrà svolgere: “La città viene ampliata e attrezzata, qualificandosi per le attrezzature pubbliche sia viarie che di servizio in modo mai più raggiunto” (M. Pallottino, op. cit.). Il collegamento della città repubblicana al tracciato costiero dell’Appia è quello che oggi viene chiamato “salita dell’Annunziata” che attraversa la città costituendo l’asse del plesso del Foro Emiliano.


Per la fase alto-medievale, come diversi centri d’Italia, la città subisce un processo di degrado socio-economico con la conseguente alterazione delle strutture romane. Con la contrazione dell’abitato fino al restringimento nel perimetro antico delle mura e con l’addensarsi della popolazione in uno spazio ristretto la conseguenza fu l’occupazione dello spazio pubblico con l’alterazione della composizione di strade e piazze. È in questa fase che il tempio viene trasformato nella Basilica di S. Cesareo. Infine, nella fase tardo-medievale, a seguito di secoli di abbandono e distruzioni causate dalle invasioni barbariche, la nuova unità strutturale diviene il borgo polarizzato intorno alla parrocchia. Alcuni rilievi hanno chiarito gli aspetti del tessuto residenziale gotico realizzato in una fase dove la città riesce nuovamente a riorganizzarsi.

In questo quadro sono riconoscibili i percorsi volsco-romani e quelli di nuova generazione designati nella pianta riportata.


A seguito di sette secoli di abbandono e di distruzioni da parte delle popolazioni barbariche, si blocca l’espansione romano-imperiale della città, fatto che riecheggia dal XII secolo e visibile nel quartiere delle Arene (nella parte inferiore della città) che fu invaso dalla palude, e dal porto per buona parte insabbiato.


II periodo tardo-medievale è invece caratterizzato da una ripresa edilizia trasformando la città in un “borgo” polarizzato intorno alla propria parrocchia. Tuttavia prima di arrivare al periodo interessato, bisogna dire che il periodo “romanico” (X-XII secolo) è caratterizzato da alcuni elementi bizantini costituendo comunque uno stile abbastanza semplice sia per le tecniche costruttive sia per i materiali. Da ciò che restava del periodo romano, e delle costruzioni romaniche (incluso l’adattamento della fortificazione), emergono caratteri gotici che si inseriscono nel contesto appena descritto.



L’elemento dominate della città è proprio lo stile gotico e le case di questo stile rappresentano il primo esempio di costruzione civile in pietra dopo molti secoli di uso del legno. Questo stile, quindi, dona un volto nuovo alla città, fatto che riporta il Prof. Zander affermando che “La superficie così ristretta e l’accresciuta altezza degli edifici che costituirono i portici, la torre o meglio le torri, caratterizzarono l’aspetto della piazza medioevale, arricchita, accanto alla cattedrale, dal nobile palazzo Venditti con le belle trifore”.












[Fonte di riferimento: Terracina, Lo sviluppo urbano di un centro storico del Lazio, elaborato di storia dell’urbanistica; facoltà di architettura, La Sapienza, Roma]


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Post: Archeologia/Urbanistica
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