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Vitruvio Vacco

Conosciuto come un patrizio fondano, morì nel 330 a.C. ca.


Lo ricordiamo per aver guidato la ribellione contro Roma con l’ausilio di un esercito personale. Vicenda storica che lascia ancora diverse domande senza risposta, ma con ipotesi in buona parte accettate dagli storici, in quel periodo le popolazioni del Lazio e della Campania si trovavano circondate da due grandi potenze in espansione: la prima è quella romana mentre la seconda è quella dei Sanniti. È certo che questi adottassero uno schema di sviluppo diverso dai primi.

Il fatto avvenne nel secondo anno di consolato di Lucio Papirio Crasso e nel primo anno di Lucio Plauzio Venoce [Tito Livio, VIII, 19-20]. La motivazione della rivolta è ancora discussa; è stato recentemente ipotizzato che Vitruvio Vacco fosse l’esponente di una minoranza di nobili Fondani che però fu esclusa dal potere. Come abbiamo detto Lazio e Campania si trovavano tra due modelli, uno romano e uno sannita; è possibile che nella nobilità fondana fossero presenti parti che spalleggiassero una i sanniti e l’altra i romani causando divisione già al proprio interno.


La rivolta si concluse durante le guerre sannitiche; ma sembrerebbero esserci due tradizioni: nella prima Vitruvio fu catturato durante l’ultimo assalto a Priverno, nella seconda sono i Privernati che lo consegnano ai Romani. Fatto sta che venne decisa la pena di morte per Vitruvio al quale l’ambasciata del senato locale (fondano), all’arrivo del console Plauzio, addossò la responsabilità del conflitto.




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Post: Archeologia/Urbanistica
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