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Dolce di San Sotero meglio conosciuto come "Pasticciotto fondano"


Il 22 aprile si festeggia San Sotero, Papa nativo di Fondi (168-177) e in sua memoria (da poco tempo) gli è stato dedicato un dolce tipico della città il "Pasticciotto" che ora viene comunemente chiamato "Dolce di San Sotero".


Questo papa nacque da una famiglia di origine greca, e la sua storia è alquanto particolare; in questo giorno nel quale gli sono dedicati i festeggiamenti, mi piacerebbe parlare di alcune caratteristiche storiche. Eusebio di Cesarea (Historia ecclesiastica IV, 19;22, 3; 30, 3; V, prologo 1; Chronicon, ad aa.168,177) afferma che fu papa dopo Aniceto nel 168 e rimase in carica fino al 177. Sotero si inserisce in un contesto nel quale gli storici non escludono il propagarsi di opinioni differenti riguardo all’interpretazione del pensiero teologico di Cristo e se singolare fu il suo modo di mantenere unita la comunione della fede cristiana, durante il suo pontificato emersero idee eretiche montaniste. Per contrastarle istituì un ordine diaconale femminile soprattutto per il rispetto di alcuni riti greci custodi di una memoria più antica del pensiero cristiano, ponendosi come obiettivo la salvaguardia di questo. Mantenne stretti rapporti con la comunità cristiana d’Oriente attraverso opere caritatevoli.


Tuttavia, non è ben chiaro dove siano le sue spoglie, dato che il Liber Pontificalis (spesso di difficile interpretazione) sarebbe stato sepolto il 22 aprile “in cymiterio Calisti, via Appia”. Una precedente versione riporta però “iuxta corpus beati Petri”, quindi nella necropoli vaticana, ma diversi furono gli spostamenti delle sue spoglie. Altro fatto che risulta non essere ben chiaro è il momento della sua santificazione. La commemorazione che tradizionalmente cade il 22 aprile doveva celebrarsi un giorno prima (come scritto nel Martyrologium di Adone). Il Martyrologium Romanum la sposta il 22 ma dal 1969 sembra non comparire più nel calendario universale (Calendarium Romanum) dato che San Sotero non risulta come martire visto che sconosciuto è il giorno della sua morte. Quel che possiamo dire con certezza è che san Dionigi di Corinto lo celebra per la carità verso i fratelli, i pellegrini, gli afflitti dalla miseria e i condannati ai lavori forzati. Difficile da individuare è anche il momento in cui è avvenuta la santificazione.


Concluso il racconto storico vi lascio alla ricetta per la preparazione del dolce:


Si prepara la pasta frolla, possibilmente (come in origine), con lo strutto (grasso di maiale sciolto) che al tempo si utilizzava al posto del burro o dell’olio, ma che potete tranquillamente utilizzare se preferite questi altri ingredienti.


Dopo aver preparato la pasta frolla stendetela con il mattarello e ricavatene dei dischi; il primo verrà adagiato sul fondo di una formina di metallo (possibilmente dai bordi alti). Fatte attenzione a ricoprire per bene i bordi della formina dato che conterranno la confettura di uvafragola (l’originale della ricetta) oppure di visciole.


Ricoprite il tutto con un secondo disco premurandovi di farlo aderire per bene alle pareti dello stampino e unendolo al disco inferiore in modo da contenere per bene la marmellata.


Cuocere a 180° in forno statico fino alla doratura della superficie.


Preparazione a cura di: Filomena Angelone del blog di Sigari e Spaghetti

[Immagine del blog]

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Post: Archeologia/Urbanistica
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