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Gaeta nel Decameron di Boccaccio, HistoriaInVersi

“Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d’Italia”


così Giovanni Boccaccio cita Gaeta nella quarta novella della seconda giornata dove si narra la storia del mercante Landolfo Rufolo.

Ambientata nel Mediterraneo orientale tra le acque di Costantinopoli, l’Egeo e l’Adriatico, l’autore ci dà un’attenta collocazione geografica corredata da un elogio della zona amalfitana che certamente conosceva in occasione del soggiorno alla corte angioina di Napoli.


L’arrivo in Campania del giovane Boccaccio è da collocare intorno al 1327 per via del mestiere del padre, il quale nominato rappresentante dei Bardi a Napoli portò con sé il figlio che avrebbe dovuto apprendere lo stesso mestiere, ma, arrivato presso la corte degli Angiò, si interessò principalmente alla letteratura distaccandosi dal mondo dei mercanti. Il soggiorno in Campania verrà, poi, riproposto in altre novelle decameroniane; tra queste quella citata in questo articolo, che ci porta a ragionare su quella che doveva essere la posizione di Gaeta (Lazio meridionale) nel XIV secolo.

Considerata una delle repubbliche marinare, risulta che Gaeta sin dal XIV secolo doveva essere dotata di una propria flotta all’avanguardia avendo consolidato rotte commerciali con i principali mercati del mondo allora conosciuto. Posizione che si era già conquistata nei secoli precedenti sotto la guida di un Ducato autonomo nel quale veniva coniata una propria moneta chiamata “follaro” con valore legale riconosciuto in tutto il Mediterraneo.

Gaeta intratteneva rapporti commerciali con le città più importanti della penisola italiana e le sue stesse navi partivano per arrivare a Costantinopoli, Siria, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco, e anche quando terminò la sua indipendenza continuava a commerciare olio e grano con Roma, la Sicilia e la Sardegna.


Tra l’altro, il Lazio meridionale aveva già intrattenuto rapporti con la corte degli Angiò, e sin

dal primo giubileo del 1300 e il millenario del martirio di S. Erasmo, a Gaeta si riscontrano interventi stilistici di matrice angioina volte anche ad aumentare il valore civico come testimoniano il santuario della SS.Annunziata e lo stesso castello Angioino-Aragonese, ampliato (la parte più bassa) nel 1279 dagli stessi sovrani angioini.




Riferimenti:


-Giovanni Boccaccio, Decameron, Bur Rizzoli, 2020

-Lucia Battaglia Ricci, Boccaccio, Salerno editrice, 2000

-Miniatura del XV secolo della novella di Landolfo Rufolo

-Mappa dell'espansione dei commerci del Ducato di Gaeta

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Post: Archeologia/Urbanistica
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