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I madrigali per Giulia Gonzaga



In occasione della Festa della Musica (21 giugno 2021), oggi vi parlerò di un aspetto molto particolare riguardo alle dediche fatte alla contessa di Fondi, Giulia Gonzaga: i madrigali.


Cantata come una delle donne più affascinanti del Rinascimento si sa molto sui versi letterari a lei dedicati, ma ciò che forse molti non sanno è che le sono stati dedicati diversi madrigali.



Come riportato da Claudia Terribile in <<Il rituale del “ritratto dell’amata” e la polifonia del XVI secolo>> [2018], sono 11 i madrigali attribuiti alla Contessa senza contare i testi rimasti incompleti o giunti fino a noi solo in parte. Nel succitato lavoro, vengono riportati dei cicli di cinque componimenti a sei voci di Jean De Macque (1548/1550-1614) in riferimento alla stessa bellezza cantata anche da Bernardo Tasso. I componimenti musicali (madrigali), dei ritratti di Giulia Gonzaga si attribuiscono a Orazio Faà. Proprio la questione dei ritratti è molto discussa in ambito storico-artistico, questione che sembrerebbe essersi generata con il pittore Sebastiano del Piombo, incaricato da Ippolito de’ Medici di ritrarre la Contessa con la quale c’era un profondo rapporto di amicizia, motivo dei suoi frequenti soggiorni a Fondi.

Altri scrittori già citati in altri interventi come Molza e Porrino contribuirono a diffondere un’immagine di Giulia, che è quella che conosciamo oggi, attraverso le “Elegantissime stanze”, divulgate a partire dal 1538.


Riallacciandoci al compositore Orazio Faà, il “Secondo libro dei madrigali”, pubblicato nel 1571, mostra delle scelte influenzate dalla letteratura di Petrarca oltre che dai testi di Molza e Porrino “Gridò più volte il Po” e “Del bel idolo mio”. Non solo a Giulia, ma i madrigali di queste raccolte sono indirizzati ad altri membri della famiglia Gonzaga quali Guglielmo Gonzaga (duca di Mantova e del Monferrato), e il principe Vincenzo Gonzaga.


Altri madrigali conosciuti riguardano il musicista Silvio Marazzi (I libro de’ madrigali a tre voci, Parma, Seth Vioco, 1577) e Giovanni De Macque (I libro de’ madrigali a sei voci, Venezia, Gardano, 1576), ambedue adattati ai versi di Bernardo Tasso (Stanze per la signora donna Iulia Gonzaga, II volume delle rime scelte da diversi eccellenti autori, novamente mandato in luce, Venezia, Giolito de’ Ferrari, 1564).


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Post: Archeologia/Urbanistica
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